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Artista, fino in fondo al midollo dell'osso.. Sognavo una mansarda a Montmartre, il basco in testa, da vera Bohèmienne.. Una finestra che illuminava la mia tela dove i miei pensieri si posavano in amipie pennellate di colore.. Invece ho il desiderio prorompente di stabilirmi in UK, e chissà, magari un giorno nemmeno troppo lontano diventerò "devota" suddita di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra!!

giovedì 24 maggio 2012

GLI INVISIBILI

Maria si alza al mattino presto, saranno le 5 forse, i primi raggi del sole si fanno largo nell'abbraccio scuro della notte, insieme a lei si alzano gli uccellini, che cinguettano e vanno alla ricerca degli insettini che nutriranno i loro piccoli che li attendono affamati nei nidi, seminascosti dalle prime gemme che questa primavera, sempre un po' freddina nelle prime ore del mattino, piano piano sboccia.
Maria indossa i suoi collant neri, la sua gonna poco sotto al ginocchio scura, logora dal tempo e dall'usura, copre le sue spalle con un maglione nero, sdrucito ai gomiti e con qualche buco qua e là, le ciabatte aperte, di cuoio e infila il suo giubbotto nero, quello pesante con l'interno in pile che gli operatori della Caritas le hanno dato per coprirsi dal freddo. Zoppiccante si appoggia alle fredde pareti, le sue anche risentono del freddo pungente che per tutto l'inverno l'ha punzecchiata, i dolori non svaniscono con i primi accenni di primavera.
Maria percorre lentamente quella lingua d'asfalto che separa il suo rifugio dal freddo bagno di marmo della stazione Termini, e mentre i primi pendolari le passano accanto incuranti, lei va a prendersi cura di ciò che resta della sua anziana persona.

La vita frenetica dei romani scorre, ragazzi con cuffie bianche e zaini colorati sfrecciano verso i binari della metro, distinti signori con abiti firmati e candide camicie bianche camminano con la 24 ore in mano, affannati in discorsi contorti al telefonino, donne in carriera si sistemano il trucco e i capelli pronte a cominciare una nuova giornata lavorativa.
Tutto scorre quotidianamente, la vita va avanti.
Maria esce dalla stazione, afferra il suo carrellino, la cassetta rigida del latte è ben salda coi cuscini e la coperta di pile della lindt, fermamente legata a quelle valige che racchiudono il mondo di Maria, i suoi scritti, le sue denunce, i suoi sogni, le sue speranze, il suo quaderno carico di un dolore che esce silenzioso e che nessuno ode, nessuno percepisce perché tutto intorno a lei, scorre frenetico e non aspetta, non ha tempo.


Maria siede all'angolo della Galleria Alberto Sordi, che ironia.. Un galleria intitolata ad un uomo che nel silenzio ha sempre fatto molto per i meno fortunati, ha sempre aiutato quelli come Maria, quelle persone cui la vita non ha mai sorriso, quegli individui cui tutto e tutti hanno sempre voltato le spalle, loro, sempre a margine di una società troppo presa da sé stessa per accorgersi di coloro che sono rimasti indietro.
Si siede, Maria, al suo posto, quel posto che da una vita è un po' la sua casa, dove grida al mondo la sua sofferenza, il suo dolore, la solitudine che costantemente l'avvolge, e mai la fa uscire da quel gelido inverno che porta dentro. Maria non conosce la primavera, il sole che sfiora le guance di chi è amato, non conosce il
calore confortevole di un abbraccio d'affetto..
Maria è invisibile agli occhi dei molti, eppure Maria esiste.
La sua vita è racchiusa in quei fogli che si affanna ad affiggere, quel grido d'aiuto silente, che nessuno ode, che nessuno coglie..
Ogni giorno è uguale a sé stesso, il sole si alterna alla luna, come la pioggia si alterna al vento, non c'è differenza, per coloro che, come Maria, subiscono il male di vivere.

8 commenti:

Sarah ha detto...

Il mondo è pieno di Marie, ma gli occhi che sanno guardarle sono pochi. La frenesia butta i piedi uno avanti all'altro e quel che dovrebbe essere inaccettabile diventa, giorno dopo giorno, qualcosa di "normale". E' la vita.

Andrea ha detto...

grazie per aver spostato il nostro sguardo su Maria, sono anch'io uno di quei romani frenetici e distratti. passerò a leggere il suo mondo.

Debora ha detto...

@ Maraptica:
Purtroppo è così, la tua analisi non fa una grinza... E nei miei giorni romani, ho visto un'infinità di Maria e di Mario, ognuno con la sua triste storia da raccontare, ma che nessuno ascolterà mai...

@ Andrea:
Come ho detto a Maraptica, Roma è piena di Maria e Mario con una triste storia da raccontare..
La mia è una storia di fantasia che mi è scaturita guardando questa donna, anche il nome è di fantasia, io l'ho vista lí, all'angolo della galleria Alberto Sordi, lato Piazza Colonna, e la foto risale al 2011... Ma poco importa, Andrea, se è lì o altrove, ció che conta è che come lei c'è un altro lato del mondo, questi invisibili, che soffrono nella nostra indifferenza... A Termini, lo sai meglio di me, c'è una "comunità" di invisibili, e se ti capita, come è capitato a me, di passarci in bus verso la mezzanotte, incroci quegli sguardi pieni di dolore e sofferenza, specchio di volti segnati da una vita di sofferenza e stenti... Poi arrivi a Puazza Colonna, e basta girare la testa di 180 gradi e vedi il fasto e l'opulenza di chi arriva in auto blu con la scorta che se ne sbatte non solo di Maria, ma anche di quegli uomini infighettati con la 24 ore che fanno discorsi contorti al telefonino, di quelle donne che si sistemano il trucco e i capelli per iniziare una nuova giornata di lavoro, ma soprattutto di quei ragazzi con le cuffie bianche e gli zaini colorati, che ignorano che in questo parse, non ci sarà un futuro per loro.

riri ha detto...

Cara, è un momento di riflessione, un momento in cui tutti (non i soliti pochi) si accorgano delle persone"invisibili" agli occhi del mondo.Io me lo auguro sempre.
Un abbraccio grande.

Signorina Silvietta ha detto...

Mi unisco ai commenti degli altri... ce ne sono tante di queste storie, poche putroppo sono le persone come te che le sanno vedere, che le sanno raccontare e riescono a guardarle davvero , a farsi toccare l'anima da queste persone e a stare male ma non perchè questo voltano la testa da un 'altra parte..cosa che putroppo fanno in tanti..

Debora ha detto...

@ riri:
Io me lo auguro ma alla fine so che non cambierà mai niente.
Gli invisibili rimarranno sempre invisibili, e aumenteranno sempre di più...
Un abbraccio anche a te, riri, e buon fine settimana!!

@ Sig.na Silvietta:
Succede perché la vita è immersa in una società frenetica che non aspetta chi rimane indietro.
C'è da augurarsi di essere sempre al passo, e chi ha un briciolo di sensibilità in più, rallentare e recuperare chi invece non ce la fa.
Prima o poi tocca a tutti, prima o poi arriva il momento della resa dei conti, ed è bene arrivarci con la coscienza a posto, per evitare di pagare a caro prezzo le nostre disattenzioni...

minerva ha detto...

Approdo qui per purissimo caso.
Di tant'intanto vago di blog in blog per conoscere nuove persone, nuovi sguardi. Questo post mi ha colpita tanto...
Di "persone invisibili" è pieno il mondo, davvero. Mi piace pensare che un giorno o l'altro avranno una qualche possibilità di riscattarsi, ma temo che sia solo un sogno un po' vago...
Di Marie è pieno il mondo, e di storie passate in sordina ce ne sono tantissime. Tante volte mi piace raccontarle a me stessa e buttarle giù su un qualche documento di word, inventando qua e là...
è un bellissimo post, davvero.
Minerva

bussola ha detto...

e' un bellissimo post.... molto toccante.... che solo una persona molto sensibile poteva scrivere.....

domani parto per un congresso nel nord italia.... mi sono collegata al pc giusto un attimo per risponderti.....grazie anche per i premi.... con un attimo di calma.... al mio rientro a Roma mi attivo

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