I lettori

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Artista, fino in fondo al midollo dell'osso.. Sognavo una mansarda a Montmartre, il basco in testa, da vera Bohèmienne.. Una finestra che illuminava la mia tela dove i miei pensieri si posavano in amipie pennellate di colore.. Invece ho il desiderio prorompente di stabilirmi in UK, e chissà, magari un giorno nemmeno troppo lontano diventerò "devota" suddita di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra!!

mercoledì 20 maggio 2020

LA PARTE MIGLIORE DI ME

11.8.2018 
È l’ultima volta che ci siamo sentite, a spanne più di un anno e mezzo fa.” Pensa Clotilde mentre scorre la chat del suo telefono.
“Toh, guarda: il 7.4 c’era questo promemoria sul mio telefono, mi ricordava che in quel giorno, di 3 anni fa, eravamo a cena alla pizzeria Stige e poco prima che arrivassero le pizze, Marco e Samantha ci dissero che a ottobre sarebbe nato Matteo... Quante cose sono cambiate in 3 anni...”, se lo ripeteva pensando a voce alta e scuotendo la testa rassegnata. 
“Ormai Matteo sarà un ometto” diceva ancora tra sé e sé, “Avrà già raggiunto tanti traguardi e reso orgogliosi mamma e papà.”.
Aveva pensato tante volte di scrivere a Samantha, ma poi cosa? Cosa avrebbe potuto dirle? Così, ha sempre lasciato perdere, ha sempre pensato che se non lo aveva mai fatto anche lei in tutto questo tempo, forse non avevano più nulla da dirsi. 
Clotilde pubblica spesso status su whatsapp e vede che nonostante i silenzi, Samantha visualizza tutti i suoi status: ci pensa spesso a questa cosa, perché anche se dice che non le interessa, in realtà la incuriosisce molto: “Mi chiedo tutte le volte cosa pensi, mi chiedo se ci ridi, con quella risata sonora e piena, così trascinante che ti ha sempre contraddistinta, o se piuttosto è una risata sardonica, se semplicemente ci ridi prendendomi magari anche in giro per le cavolate che pubblico...”, si chiede tutte le volte che il nome di Samantha è nell’elenco di chi visualizza le sue cavolate di whatsapp.
Anche in questo caso, quante volte Clotilde ha pensato di scriverle, ma poi ha sempre lasciato stare, perché alla fine, dopo tutto quel silenzio, si è sempre detta, “cosa abbiamo ancora da dirci?”
Mentre Clotilde si perde tra i suoi pensieri, si rende conto che questo virus, che sta sconquassando il mondo e che è partito da lontano ma è arrivato qua velocissimo, ci ha costretti a rivedere tutto. Ci ha fatto rivedere i nostri programmi, rivedere le nostre priorità. Ci ha chiusi in casa e ci ha costretto a riflettere, ed è proprio per merito di questa riflessione che sta ripensando a Samantha.
“Mi chiedo in continuazione perché siamo arrivati a questo, a smettere di sentirci. Perché abbiamo smesso di scriverci.
Perché abbiamo smesso di vederci.
Anni fa dicevamo che se avessimo avuto dei figli, ci sarebbe piaciuto crescerli insieme: abbiamo due maschi che potrebbero crescere come fratelli, eppure non sanno l’uno dell’esistenza dell’altro”, pensa mentre freneticamente passeggia su e giù per il soggiorno: “In un anno e mezzo sono cambiate tante cose” si dice stringendosi nelle spalle; “sarebbe stato bello se le avessimo cambiate insieme, ma non lo abbiamo fatto. Sto impazzendo, devo fare qualcosa!”, dice Clotilde ad alta voce all’improvviso. “Ho deciso: in tutti questi cambiamenti, devo cambiare anche io.”
Così, ecco che afferra il suo telefono e le sue dita battano veloci sul display, le parole fluiscono e si posano lì, nero su bianco, pronte a spezzare questo interminabile silenzio.
“Ciao Samantha, era l’11.8.2018 l’ultima volta che ci siamo sentite, a spanne più di un anno e mezzo fa. Il 7.4 un promemoria sul mio telefono, mi ricordava che in quel giorno, di 3 anni fa, eravamo a cena alla pizzeria Stige e poco prima che arrivassero le pizze, tu e Marco ci avete detto che ad ottobre sarebbe nato Matteo... In questi giorni ho pensato molto... Ho letto una riflessione nella quale mi ci sono rivista molto era di Michele Delai, ha usato delle parole che sembra le abbia tolte dalla mia mente. A un certo punto del suo scritto dice: - Amici di un tempo lontano, smarriti senza motivo che non fosse la poca cura, la superficialità. In queste sue parole io ho rivisto noi. Poi continua: - Scusa. 
Come stai?
Ti voglio bene. -
Ti voglio bene. Quante volte ce lo siamo dette, eh Paola? Chissà se era vero. Chissà se è ancora vero. Tu vorresti che lo fosse? Io vorrei che lo fosse? La sua riflessione si concludeva così: - Ti abbraccio.
Sono stato stupido.
Grazie.
Non è un manuale di buona condotta per giorni disperati, è solo un’occasione unica per tornare simile a quello che avrei voluto essere -.
È solo un’occasione unica per tornare simile a quello che avrei voluto essere.
Il mio carattere lo conosci, è sempre quello, se vogliamo la vecchiaia lo sta solo peggiorando.
Però tutti hanno margine di miglioramento, se lo vogliono, no? Tu qualche infarinatura di psicologia ce l’hai: è così? Si può davvero migliorare?
Quindi niente, sono qui, mentre Leonardo riposa, e mi chiedevo: come stai? Come state? 
Chissà se risponderai.
Ma se deciderai di non farlo, lo capiró. Prometto che almeno ci proverò a capirlo.
Sfrutto questa occasione, perché le persone a volte hanno bisogno di uno spunto, di un’occasione, di un motivo, io l’ho trovato qui, l’ho trovato oggi.
Buona Pasqua, anche se di buono, questo 2020 per ora ha poco, per ora non ha nulla, anzi.
Chissà se invece, da oggi, qualcosa di buono glielo troviamo...”. Clotilde invia il lungo messaggio, ed ora attende: ha fatto bene? Ha fatto male? Seguire il cuore difficilmente è un male, ma sarà il tempo a darle torto o ragione.

giovedì 30 gennaio 2020

THE DREAM COMES TRUE

Soffia un vento gelido, l’inverno è nel pieno della sua stagionalità, il mare come di consueto, urla rabbioso e le onde altissime s’infrangono con tutta la loro potenza sulla scogliera sottostante. 
La nebbia avvolge i prati di erica, scivola sul volto di Merida che avverte le goccioline fredde sospese, come una gelida carezza.
È in piedi vicino alla scogliera, ama questo tempo, la fa sentire viva.
È avvolta nel suo loden: il tessuto verde fa risaltare i suoi lunghi riccioli rossi, scapigliati dal vento. Una cintura le cinge la vita, e sottoline la sua figura alta e slanciata; la sciarpa avvolge il suo collo in un caldo abbraccio.
All’improvviso un tuono fortissimo la ridesta dai suoi pensieri: i suoi occhi grigi scrutano il cielo che si è fatto plumbeo: è ora di tornare a casa, a breve pioverà e il terreno si farà fangoso.
Infila le mani in tasca, afferra le chiavi del suo Defender e con passo deciso s’incammina verso la macchina.
Comincia a piovere, apre lo sportello e sale in auto appena in tempo: infila la chiave sulla sinistra del cruscotto, la gira e mette in moto, ingrana la marcia e parte verso Dunbar.
Si ferma al porto, ed entra da Campbell, la più buona birreria del paese; si avvicina al bancone e ordina una pinta di Jackhammer. Afferra il boccale e beve con gusto la sua birra, la gusta come fosse la cosa più buona del mondo, assaporandone tutte le sfumature, poi lascia i soldi sul bancone richiamando l’attenzione di Sean, il proprietario del locale, ed esce di nuovo, questa volta direzione casa, non molto distante da lì.
Lascia la macchina lungo il moletto dei pescatori, ed entra in casa: appende il suo loden all’attaccapanni sulla parete dell’ingresso, si sfila gli stivali e indossa le sue calde calze, poi si siede alla sua scrivania.
Il computer termina la procedura di avviamento e sullo schermo appare la foto che la ritrae felice e spensierata sulla spianata di Giza: il suo sogno è sempre stato quello di vedere le Piramidi, di toccarle e poterle visitare. Ricorda ancora quando i suoi piedi affondarono nella sabbia del Sahara, e le sembra di sentire ancora il calore della terra scottarle i piedi. Le sue riminiscenze sono improvvisamente interrotte da Morgan, un gatto rosso obeso che arriva miagolando a chiedere il cibo: Merida si ridesta dai ricordi e si alza per andare in cucina. Morgan la segue con interesse, sa che riceverà quanto richiesto, così potrà saziare la sua fame atavica. Merida afferra la scatola dei crocchini e ne versa una generosa porzione nella ciotola verde smeraldo di Morgan, il quale felice e goffo, zompetta a gustare il suo lauto pasto.
Merida appoggia i gomiti sull’isola della sua cucina e guarda divertita il suo gatto mangiare, e le torna in mente il giorno in cui rincasando dalla scogliera, sotto una pioggia battente, i suoi fari illuminarono quella pallina rossa raggomitolata sul ciglio della strada. Non poteva lasciarlo lì piccolo com’era, indifeso, sotto una dannata pioggia e alla mercé del gelido vento: accostò il suo Defender, e stringendosi nel suo loden, usó la sua morbida e calda sciarpa per avvolgere quel fagottino e portarlo al più vicino ambulatorio veterinario.
Morgan era sano, un po’ debilitato dagli stenti, dal freddo e dalla pioggia, ma grazie al suo amore si ristabilì in pochissimo tempo: anche troppo soleva ripetersi Merida, quando si perdeva a guardare quella palla di pelo rosso che da ormai due anni trotterellava, quasi rotolando, verso di lei.
Il fragore di un tuono la riporta alla realtà, si alza dall’isola e torna a sedersi alla scrivania: è ora di mettersi a lavoro, quindi apre il documento di scrittura e le sue mani cominciano a ticchettare sui tasti. Le sue dita lunghe e affusolate sembrano danzare sulla tastiera.
Merida è una scrittrice e sta programmando le date per promuovere il suo nuovo romanzo.
Il pendolo rintocca le 17, Merida ha finito: mette a scaldare l’acqua per gustarsi un the nero per riscaldarsi in questa gelida giornata d’inverno.
Suonano alla porta, è il postino: il signor O’Neil un uomo sulla sessantina con dei baffoni folti ed importanti che incorniciano un volto rubicondo, le lascia una lettera, quindi la saluta e prosegue il suo giro.
Merida torna in cucina, il fischio della teiera richiama la sua attenzione: scarta una bustina del suo the preferito, l’appoggia nella tazza di vetro e lascia che l’acqua bollente compia il miracolo. 
Trascorsi 5 minuti, elimina il filtro, afferra la tazza con la mano sinistra e appoggia i fianchi alla cucina, mentre sorseggia la sua bevanda, apre incuriosita la busta che ha tra le mani: un grido di gioia esce dalla sua bocca, sente il viso avvampare e gli occhi riempirsi di lacrime; non riesce a trattenere l’emozione, non le sembra vero, non crede che sia accaduto proprio a lei.
Ancora incredula, legge e rilegge quel foglio che le sue mani tremanti tengono ben saldo: ha vinto il prestigioso premio Man Booker Prize, il premio più importante per la narrativa del Regno Unito. 
Al vincitore del Booker Prize sono generalmente assicurati fama e successo internazionale, è un segno di distinzione per gli scrittori venir nominati nella rosa dei finalisti.
Il processo di selezione del vincitore del premio comincia con la creazione di un comitato di consulenza che include un autore, due editori, un agente letterario, un venditore di libri, un bibliotecario e un presidente nominato dalla Booker Prize Foundation. Il comitato sceglie la giuria, i cui membri cambiano ogni anno, anche se in rare occasioni un giudice può essere scelto una seconda volta. I giudici sono nominati tra critici letterari di spicco, scrittori, accademici, e altre figure pubbliche: essere dichiarati i migliori da una giuria così è il sogno di ogni scrittore del Regno Unito.
Finalmente i suoi sacrifici, la sua perseveranza sono stati premiati: ora deve solo scegliere cosa indossare per la premiazione e fissare il volo per Londra, destinazione Guildhall.

martedì 23 giugno 2015

Piccolo

Sei una persona davvero piccola.. E ti voglio spiegare cosa intendo per piccola, perché la tua scarsa, anzi, scarsissima intelligenza so che ti porterà a pensare che io intenda di giovane età, e invece io per piccola intendo che non hai nemmeno la capacità di riconoscere un vero amico quando ti si parà davanti. La tua totale incapacità di saper gestire i rapporti con le persone è veramente disarmante, riesci a relazionarti solo con persone basse e piccole come te, e questo chiaramente non ti fa minimamente onore, anzi... Sei al pari dei tuoi amichetti, folli, esaltati, che pensano al chiodo fisso e vanno avanti coi paraocchi esatente come fanno i cavalli, un unico obiettivo senza concludere null'altro. Ti dirò.. Mi fai veramente pena, ometto di scarso valore, di nessun peso morale, vuoto e vacuo senza il minimo ritegno. Mi dispiace per il tuo essere vuoto e inutile, all'inizio non nascondo, pensavo fossi diverso, ma la natura umana ha il pregio di manifestarsi prima o poi, come è nella realtà, e tu l'hai fatto nella peggior maniera possibile. Sei veramente di una bassezza incommensurabile, hai usato un sentimento puro e bello come l'amicizia, la fiducia, la stima che si ripone in un amico per i tuoi scopi, per i vostri scopi, sei tu per primo, e i tuoi amichetti assieme a te, di una vergogna senza pari. E no, mio caro, mi dispiace, forse nemmeno tanto per la verità, ma non sei tu ad aver perso la stima in lui, ma sono io, ed è lui ad aver perso la stima in te: sei riuscito a cadere così in basso che un verme in compenso ha più dignità.. Vergognati, se ne sei capace, ma so che non lo sai fare, non lo sai fare perché la tua ignoranza è tale da celarti anche ció che è più ovvio. Povero stolto... Sguazza, sguazza nella tua pochezza, nella tua povertà d'animo, e se un giorno riceverai la grazia di capire, ma ne dubito fortemente, allora capirai d'aver perso un grande amico, una persona grande, dal valore incommensurabile, una persona che ti aveva donato il bene più grande che si possa ricevere dopo la vita, dopo l'amore: l'amicizia vera, sincera, sentirà, senza restrizioni.. E hai buttato via tutto così.. Mi fai veramente schifo.. Va, sguazza nella tua melma, e resta con i tuoi amichetti, stolti e sciocchi, a te simili, e inconcludenti..

giovedì 19 marzo 2015

CONSERVATORI O PROGRESSISTI?

Qualche settimana fa è venuto a mancare il anziano vicino di casa, era come un nonno, di fatto mi ha visto crescere perché prima di essere il mio vicino di casa, era assieme alla moglie che è venuta a mancare in estate, il vicino di casa dei miei nonni, mi ha vista nascere e crescere, ed infine sposare: conservo con molto affetto il regalo di nozze che lui e la moglie hanno fatto a me e mio marito, un set da 6 di piattini da dessert, bianchi e azzurri, due colori che amo particolarmente e che ricordano il colore del nostro mare di Viareggio...
In brevissimo tempo la figlia ha sgomberato la casa, infatti verrà a starci la nipote, e sono da qualche giorno iniziati i lavori di ristrutturazione della casa...
Via alcune pareti, via i vecchi rivestimenti, a nuovo impianti, bagno e cucina... di ciò che era di quella casa che ho visto molte volte nella mia infanzia rimane poco o nulla, via il vecchio per far spazio al nuovo...
Sono certa che i miei vicini da lassù siano contenti, alla fine la casa acquistata con tanti sacrifici, che ha retto alle due guerre mondiali, continuerà a vivere, ma mi chiedo se non avessero avuto più piacere che alcune cose fossero conservate così come loro avevano scelto che fossero dovute essere...
Mi piace il nuovo, amo l'emozione che si prova a scegliere le cose per la propria casa, la scelta dei materiali, dell'arredo, dei tessuti, degli accessori... Ma dall'altra mi sento conservatrice dei ricordi, penso che lasciare le cose come sono sia come una fotografia, rimane immutata l'essenza, e tutto ciò che è attorno parla delle persone che amiamo e che purtroppo non ci sono più...
Io vivo nella casa dei miei nonni, nell'appartamento che mia nonna ha ricavato dalla sua sartoria, quando mia mamma e mio papà si sono sposati: questa è la casa dove i miei genitori mi hanno portata appena nata uscita dall'ospedale... Che dite, sarò legata a queste mura? Quando mi sono sposata e sono venuta a tare qui, non è stato facile, mia nonno se n'era andato l'anno prima che io mi sposassi, e mia nonna soffriva di alzheimer che giorno dopo giorno le rubava pezzetti della sua memoria e la portava lentamente cia dal nostro affetto.. Non ho potuto fare grandi lavori per la mia casa, per non aggravare troppo la sofferenza di mia nonna... Da quasi 5 anni ha raggiunto nonno, e qualche lavoro per migliorare la casa l'ho fatto, ma non è ancora come dovrebbe essere nei miei progetti: dentro di me c'è una grande lotta, conservo lo stato dei luoghi così come i miei nonni l'hanno studiato e voluto, o rivoluziono tutto come il mio gusto vorrebbe?
Non è mai facile fare una scelta di questo tipo, perché se da una parte il proprio desiderio di realizzazione ci spinge verso il cambiamento, dall'altro il ricordo e l'affetto per ciò che era ci tiene incatenati al passato....
Sarà solo la nostra vita, e le nostre scelte, ma soprattutto la nostra coscienza e il nostro cuore a dirci cosa fare e se si sceglie col cuore, non è mai una scelta sbagliata...

mercoledì 4 marzo 2015

FRA IPOCRISIA E FALSITA'

Avevo dimenticato quanto fosse terapeutico sfogare la mia polemica fra queste pagine....
Ma per fortuna, incontro sempre persone che mi danno un motivo per scrivere quanto siano false e ipocrite...
Persone che prima ti riempiono di attenzioni, ti chiamano amica, e come ragni tessono tele attorno a te illudendoti che siano ricami di una bellezza incomparabile, salvo poi avvolgerti nelle loro melliflue brame e succhiarti lentamente la linfa vitale...
Quanta gentaglia che s'incontra: vi ho mai parlato di quelle persone che nonostante tu conosca da 5 anni tu non abbia capito che tipo di persone siano? Quelle che un giorno bacerebbero la terra dove cammini, e il giorno dopo gli sei così insofferente che potessero sopprimerti a badilate lo farebbero con estremo piacere? Io ne ho conosciute, e il culmine della sopportazione di questi umori altalenanti al limite della paranoia e della schizofrenia è arrivato quando da un messaggio laconico senza capo né coda ho deciso che era giunto il momento di mettere la parola fine e chiudere la copertina del libro.
Buona sì, cogliona, no!
E di quelle persone che s'innamorano perdutamente di te? Che si leverebbero il pane di bocca per dartelo? Salvo poi credere come allocchi alle prime infamie messe in giro da persone altrettanto infami, appartenenti alla categoria sopra citata, quella di cui nonostante anni di frequentazione non sai che cazzo di pesce siano...
Per me è no! Ammetto che per un attimo mi è anche dispiaciuto perdere questa seconda categoria di persona, ma mi sono subito ravveduta, quando coloro che dapprima ne dicevano peste e corna si sono ritrovate poi a baciare le mani, e anche il culo, perché l'italiano è opportunista, e mette al primo posto sé stesso, non l'onore e il rispetto di sé stesso prima di tutto, e di tutto il resto poi...
Poi ci sono gli ego riferiti, quelli che li devi cercare tu perché loro non possono abbassarsi a cercarti, e se non li cerchi, cazzo, sei fuori dal loro zerchio (Ennio Doris docet!), e se gli chiedi cos'hai fatto, se li hai in qualche maniera offesi, ti senti rispondere, nulla, tutto bene: ma certo, siccome sono nata ieri, e sono cerebrolesa non lo capisco mica che hai un diavolo per capello!! Ma amico, io non ci sono nella tua testaccia marcia, e mi dispiace anche se il giorno che distribuivano l'intelligenza eri a alla fiera del fumetto, quindi se non ci arrivi a capire come funziona il mondo, allora prova a prendere una scala!?
Questa settimana è iniziata col piede sbagliato, sta proseguendo con acidità e son proprio curiosa di vedere come finisce....

lunedì 2 marzo 2015

OTTUSANGOLI: NON SOLO FIGURE GEOMETRICHE

Da quasi tre anni mi sono appassionata ad un hobby: lo scrapbooking, ma identificarlo come scrapbooking è limitativo, perché in realtà è molto di più... E' cardmaking, è realizzare inviti, partecipazioni per le nozze, per i battesimi, bomboniere, è creare piccoli capolavori assemblando colori, e materiali diversi, è reinventare oggetti di uso quotidiano e dargli una nuova vita, una nuova forma, un nuovo utilizzo, un nuovo scopo...

Grazie a Facebook e grazie a questo hobby sono entrata in contatto con persone a me affini ma lontanissime dalla mia persona: ho conosciuto persone da tutta Italia, e anche dall'estero, grandissime creative, grandissime donne, ma anche grandissimi creativi e grandissimi uomini, perché l'arte non ha sesso, l'arte quando ti prende ti prende in toto e ci accomuna solo la voglia di ammirare ed esprimere con le varie tecniche ciò che abbiamo dentro, ciò che sentiamo...

Dietro ad ogni creazione c'è molto della persona che la realizza, c'è l'amore, il sentimento, c'è la passione: c'è anche una scelta accurata, del soggetto, della sua contestualizzazione, di ciò che il soggetto ci trasmette o ci ha trasmesso: in una parola c'è del sentimento!

Dobbiamo avere prima di tutto rispetto per l'artista, e poi per la sua opera: dietro ogni opera c'è un concetto molto profondo, e noi non siamo nessuno per criticare la scelta fatta....

Mi dà molto fastidio quando leggo delle critiche gratuite senza alcun costrutto, e poi, come è di moda oggi, leggere che chi le ha fatte dichiara di essere stato frainteso, che non voleva dire questo ma voleva dire altro: allora, cortesemente, quando volete esprimere un concetto fuori dalla vostra portata, munitevi di vocabolari e dizionari dei sinonimi e dei contrari e cercate di capire bene cosa volete dire e se la maniera che volete utilizzare sortisce l'effetto voluto, evitiamo così fraintendimenti ed evitiamo di ferire le persone!?

Da un pezzo ho cambiato il mio atteggiamento verso il mio prossimo: prima davo una possibilità a tutti, ma anche una seconda, una terza e mi ritrovavo spesso a correre dietro alle persone, accusandomi anche di colpe che non avevo pur di beneficiare della loro presenza; adesso non è più così, adesso io do una possibilità a tutti, se sbagli te ne do una seconda, purché io veda in te la volontà di recuperare il rapporto, ma se te ne strabatti e non cerchi di capire come fare a venirsi incontro, allora per me sei fuori! Sei bannato dalla mia cerchia, dai miei interessi e per me non vali nulla, non vale nulla la tua opinione e non vale nulla ogni tuo successivo sforzo per rientrare nelle mie grazie...

Ma non tollero nemmno chi entra in qualche modo in contatto con me, sebbene non direttamente e a casa mia viene a fare il sapientone, e si permette di dare giudizio sul mio operato o su quello delle persone a me care: amico, hai sbagliato qualcosa, sarebbe il caso che tu rivedessi un attimino il manuale che ti insegna a stare al mondo, ma soprattutto dovresti controllare di aver inserito il cervello prima di aprire bocca, perché è veramente abominevole la manifestazione della stupidità umana!!

 E' sconcertante quanto in questo paese dilaghi a macchia d'olio l'ignoranza, il parlare senza costrutto e senza cognizione di causa: è aberrante davvero!!
Come ti giri entri in contatto con gente ottusa, e vedere che nel 2015 quando le porte della conoscenza sono aperte a tutti ma tutti la scansano come se fosse lebbra è veramente deprimente: come se ormai l'italiano debba essere per costume uno stupido e senza midollo....

Che pena, che pena davvero....

Meditate, gente... Meditate...
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