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Artista, fino in fondo al midollo dell'osso.. Sognavo una mansarda a Montmartre, il basco in testa, da vera Bohèmienne.. Una finestra che illuminava la mia tela dove i miei pensieri si posavano in amipie pennellate di colore.. Invece ho il desiderio prorompente di stabilirmi in UK, e chissà, magari un giorno nemmeno troppo lontano diventerò "devota" suddita di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra!!

venerdì 30 marzo 2012

MISERIA E NOBILTA'

SI ASSUME ANNUALMENTE:
1 CAMERIERE DI SALA
1 BARMAN
1 AIUTO CUOCO
Presentarsi alle ore 10:00 venerdì mattina 30 marzo 2012

Così recita il cartellino affisso alla bacheca dell'Hotel La Pace di Baccanale (VG).
Un Albergo due stelle posto sull'angolo della Via Mazzini con il Viale Daniele Manin, basta attraversare la strada e siamo sulla rinomata "Passeggiata", se muoviamo 10 passi alla nostra destra ci ritroviamo a godere della vista del mare sul "Belvedere delle Maschere", una spiaggia dorata che accompagna lo sguardo verso il blu del mare, dove si possono osservare dei tramonti mozzafiato che nulla hanno ad invidiare alle più rinomate località turistiche.
Sono le 9:40, la puntualità è importante, in queste occasioni, è sinonimo di serietà e professionalità lavorativa! Ci sono 8 persone, divise a gruppetti che chiacchierano tra loro: camerieri che vanno avanti a stagionalità, barman che raccontano le loro mille esperienze, tutti speranzosi di aggiudicarsi questi agognati 365 giorni di lavoro retribuito ed assicurato, che oggi, portare a casa il pane, almeno per un anno, vuol dire davvero tanto..
Arriva un Range Rover, ultimo modello, e si parcheggia un po' barbaramente sul ciglio della strada di fronte all'albergo, scende un signore con dei jeans azzurri a sigaretta, una giacca verde oliva, un berrettino da baseball tero e degli occhiali scuri che celano lo sguardo, attraversa velocemente la strada ed entra nell'albergo. Poco dopo esce un signore, non di primo pelo, direi, con vestito intero blu scuro, una camicia inamidata bianca, e un cravattino rosso che spicca e contrasta col nero patinato delle scarpe stringate. Ha un viso tondo, è stempiato, con pochi capelli bianchi che gli cingono la nuca, e due baffoni che gli conferiscono un'aria bonacciona. A passo svelto gira l'angolo dell'albergo e sparisce in pochi attimi.
Dopo poco è di ritorno con una tazzina di caffè fumante con due bustine di zucchero: una di zucchero bianco raffinato, e una di zucchero grezzo di canna; come un scheggia si intrufola di nuovo all'interno dell'albergo e sparisce alla vista.
Di lì a poco, si affaccia di nuovo, e convoca la prima ragazza, bionda, con un piccolo ciuffo raccolto all'altezza delle tempie, indossa uno spolverino cachi, dei panta jazz neri, una maxi maglia nera e dei tronchetti, varca la soglia, col cuo curriculum in mano, e si dirige verso il suo colloquio. Non passa molto, forse due minuti, ed esce di nuovo, saluta i presenti, e se ne va.
Così entra il successivo candidato, un ragazzo sulla trentacinquina, con una tuta blu in cotone, e delle scarpe da tennis bianche e una tracollina beige, mentre sale i pochi gradini, arriva da dietro l'angolo, dove prima era spuntato il portatore del caffè, una ragazza, occhi azzurri color del ghiaccio, e capelli neri come la notte.
Non è alta, ma è comunque slanciata, indossa dei jeans azzurri skinny, una camicia di raso avorio e un chiodo color fango, in abbinato agli stivali primaverili raso terra.
E' rumena, e come tutti spera di trovare un'occupazione come cameriera di sala. E' da molti anni in Italia: ha cominciato a 22 anni come badante ad una facoltosa signora di 68 anni, affetta da alzheimer. Le faceva di tutto, si prendeva curadi ei come se stesse guardando sua nonna: le faceva da badante, da confidente, da nipote, da estetista.. Le cucinava, e le faceva la spesa, facendole risparmiare molti soldi, anche se poi, non ne aveva bisogno, visto che le possibilità le aveva..
Si chiede se una ragazza italiana, di 22 anni, avrebbe accettato un lavoro come il suo,assistere una persona non autosufficente in tutto e per tutto.
Poi la signora come da prassi, è venuta a mancare, e lei si è ritrovata a piedi: si è arrangiata e ha iniziato con piccoli lavori stagionali come cameriera, ha girato tutta la costa della Riviera.
Finalmente poteva dormire sonni tranquilli, uno sciccosissimo albergo 5 stelle gestito da un famosissimo ex calciatore di serie A, l'aveva assunta come cameriera di sala, ora poteva dormire sonni tranquilli, invece come una doccia fredda quest'anno è stata licenziata, l'albergo quest'anno non apre, non ce n'è bisogno, soldi i titolari ne hanno, e si prendono un anno sabbatico di viaggi, vacanze e spasso.
Ancora una volta in mezzo alla strada, alla ricerca del pane da portare a casa.
Nobiltà che guarda dall'alto la miseria, che gira tutti gli alberghi e ristoranti alla ricerca di un impiego, e che si sente rispondere che non hanno bisogno, è tempo di crisi, e devono fare con la forza lavoro che posseggono già, non possono permettersi nuove assunzioni..
E oggi si prova qua, chissà, magari la stella della fortuna è benevola e guarda giù, magari..

5 commenti:

Granduca di Moletania ha detto...

E' già il secondo post che scrivi sull'argomento lavoro, ma nessuno lascia un commento in merito. Come mai ?
Non ci sono altri coetanei (io purtroppo ho qualche annetto in più) che vogliano affrontare l'argomento ?
Mi rendo conto che non è dei più leggeri e che si affronta sempre a denti stretti. Ma leggere di nostri giovani conterranei che non riescono a trovare lavoro e che addirittura prendono in seria considerazione l'ipotesi di un trasferimento all'estero, mi sollecita molti interrogativi.
E forse anche un po di senso di colpa, perchè significa che come generazioni precedenti (cinquantenni) non abbiamo fatto interamente il nostro dovere.
In parte sento il peso del "fallimento Italia" che stiamo vivendo.
Qualcun'altro ha qualcosa da dire ?

Un abbraccio.

Debora ha detto...

@ Granduca di Moletania:
Caro Granduca, pensa, non sarà nemmeno l'ultimo che scrivo.... Purtroppo la faccenda è veramente triste, ed è un dato di fatto: l'Italua non ha, non dà, non vuole posto per i giovani.
Io sono Geometra, scelsi questa professione perché adiro disegnare, e l'architetto, mio vicino di casa, mi consiglió questa scuola che poi mi avrebbe facilitato all'università per fare architettura. A 14 anni si è piccoli per sapere cosa si vuol realmente fare da grandi... Nel corso degli anni mi accorsi che per quanto adorassi disegnare, quella scuola mi stava un po' stretta, ma diritto mi appassionava moltissimo, poi mio papà è avvocato, e decisi che una volta terminate le superiori, mi sarei iscritta a giurisprudenza, con l'intento di scegliere, a momento debito, di fare il concorso per entrare in magistratura, decisa di riuscire a far parte dell'antimafia, per proseguire ció che Falcone e Borsellino, e gli altri come loro, non erano riusciti a portare a termine... Ma dopo due anni di facoltà trovai l'amore della mia vita, e la passione per il disegno riprese consistenza... Lasciai l'università, e feci i due anni di tirocinio da geometra, due anni in cui mi dedicai anima e corpo e imparai tutti i segreti della professione, feci l'esame e lo passai al primo colpo. Stetti altri 4 anni dai geometri in cui feci tirocinio, lavoravo tantissimo e con tantissima soddisfazione, ma senza guadagnare il becco di un quattrino.... Gli ordini professionali sono delle lobby, e il fatto che io sia una ragazza, oltretutto non ha certamente giocato a mio favore, in un paese dove ancora si crede che una donna non possa fare il mestiere di un uomo, semplicemente perché lo farebbe meglio, così ho dovuto riporre tutto nel cassetto dei sogni.
Non so perché nessuno commenta, ció che so è che a 31 anni questo paese mi sta molto stretto, e anche se mi dispiace pensare che lasciare le mie radici sia l'unica maniera per realizzare la mia vita e quella di mio marito, credo che non si possa fare diversamente...

George ha detto...

Dobbiamo ripartire dalle fondamenta.

il monticiano ha detto...

La mia amarezza nel leggere questo tuo post nasce dal fatto che si vivono attualmente tempi bui e duri, gli stessi che si vivevano nei primi anni cinquanta e che io ho vissuto elemosinando qualsiasi occupazione pur di quadagnare qualche lira.
Non mi pare che ci s-governa se ne renda conto.

ps.Grazie Debora per il tuo passaggio nel Cantastorie.

riri ha detto...

Eccomi..cara so cosa provi, a volte mi chiedo se noi "genitori"sessantottini abbiamo sbagliato qualcosa..L'Italia non offre niente, se non a pochissimi, l'alternativa è l'agricoltura nel senso di mettersi a zappare e curare la terra (alcuni amici di mio figlio, tuoi coetanei ci stanno pensando), qualcuno è andato all'estero e non ti nascondo che se il mio Davide andasse via cercherei di seguirlo..Non voglio dire di non sentirmi responsabile, ma di sicuro ho fatto del mio meglio, gli ho insegnato a non sciupare i soldi, vengo da una famiglia povera, l'ho fatto studiare ed ora è un uomo con grande professionalità, un ricercatore, qui non c'è molto spazio per i cervelli, nè per i giovani che sperano in un futuro decente, mi auguro non succeda..ma pur non essendo pessimista penso che questo paese offra molto poco a voi giovani, non si pende cura del suo futuro, un paese che ha chiuso le porte, lo dico qui, il mio Davide va in giro per il mondo e certamente non può considerarsi un mammone, nè un bamboccio..Leggo tanta amarezza in quello che hai scritto e vorrei poterti dire che qualcosa cambierà..ma non perdere le speranze..Teniamoci sempre in contatto, non voglio perderti:-) Ti voglio bene e ti ammiro..baci

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