Shoya Tomizawa
foto dal web
Ieri è stato un giorno nefasto per lo sport su due ruote: il giovate Shoya, neanche 20 anni, ha perso la vita mentre gareggiava in Moto 2, nel circuito di Misano..La mente è corsa subito al 20 aprile 2003, al circuito di Suzuka, dove ha perso la vita un altro giovane pilota Giapponese, Daijiro Kato, una giovane vita stroncata a soli 27 anni.
Due fatalità, stesso problema: in entrambi i casi non sono state esposte le bandiere rosse.Polemiche..Tante, giuste e sbagliate allo stesso tempo.
Gli sport come la Formula 1, come la Moto GP, come la Superbike, come i campionati Nascar, sono sport di velocità, sport che chi decide di esercitarli sa, e mette in conto che in gioco, oltre alla Pole, al giro più veloce, alla vittoria, c'è anche la propria pelle.
Davanti a un evento così tragico, non ci sono parole.Credo che il Dott. Costa, abbia espresso egregiamente la situazione: "La cosa che mi ha affranto e' che un ragazzo che espandeva profumo ha perso la vita a 20 anni. Tutti hanno lavorato con grande impegno a Misano e a Riccione, con tanto amore. Quando alle 14.19 Shoya ci ha lasciati sul lettino, gli sono stati tolti i macchinari, i tappi alle orecchie e qualcuno lo ha baciato in fronte sembrava che quel corpo sorridesse ancora. Nel paddock anche se non sara' piu' presente fisicamente, restera' il suo sorriso. Come reagiscono i piloti? C'e' il dolore, ma loro sanno che giocano a scacchi col rischio e pericolo della morte e proprio per questo per me sono speciali. Loro inconsciamente con questa signora vestita di nero parlano."
The show must go on..per quanto possa sembrare crudele, è così..e anche se può sembrare una magra consolazione, Shoya ci ha laciati mentre faceva quello che amava..Forse, avrebbe voluto così, forse è il modo migliore per salutarlo, finire il suo sogno, terminare la gara..
8 commenti:
Almeno faceva ciò che gli piaceva!
Peccato per una giovane vita però....
Un bacione
Robi
cara Debby...non credo che sia giusto morire così...250 chilogrammi di ferraglia,2 moto che ti passano sul corpo....morire per emorragia interna,da soli...mentre il tuo corpo corre senza freni sull'asfalto....e la gara continua.
E' uno sport pericoloso,rischioso,che chi pratica sa cosa sta facendo...lo so.
Ma il rispetto per una vita che si spezza,una giovane vita...dovè?Lo spettacolo deve andare avanti...la gara dev'essere portata a termine...3 vincitori con coppe e cuori infranti...un pilota in meno!
baci Lu
manca sempre un po' di rispetto per la persona... gli sportivi vengono visti solo come tali !
manca sempre un po' di rispetto per la persona... gli sportivi vengono visti solo come tali !
E' vero la domanda è si dovevono fermare o continuare, come hanno fatto? Boooo! Vero che se anche si fermava il carrozzone comunque riprendeva la settimana dopo!
Di certo c'è una vita infranta quindi penso che si deve capire come è successo per evitare che possa ripetersi. investire molto di più sulla sicurezza.
ciao a presto.
@ Il folletto paciugo:
Sì, mi è dispiaciuto molto, anzi moltissimo. Non si è mai preparati alla morte, specie quando arriva all'improvvio, così inaspettata, e così violenta.
Faceva quello che gli piaceva, faceva quello che amava.
Un ragazzo pieno di vita, sempre sorridente, uno che lascia il segno, e che rimarrà impresso nella mente di chi l'ha conosciuto, personalmente e non..
Un abbraccio immenso!!
@ Lufantasygioie:
Lucia, sicuramente non è giusto morire così, e non lo è a neanche 20 anni, ma fa parte del gioco.
Vedi, nessuno punta la pistola alla tempia di questi ragazzi, imponendogli di correre a velocità folli, mettendo in pericolo la loro vita, è semplicemente fare della passione un "mestiere", e la passione non conosce limiti ma soprattutto non si ferma.
The show must go on: che ci piaccia o no, è così. Sono situazioni improvvise che portano a dover far delle scelte in pochi secondi per un verso o per un altro, e chi le deve fare, sa già che qualunque decisione prenda, verrà comunque criticato.
Siamo tutti qua ad interrogarci se è stato fatto il massimo per salvar la vita a Shoya, se la macchina dei soccorsi ha funzionato a dovere, se non fosse stato il caso di imbarcarlo su un elicottero e tentare il tutto per tutto..
Forse non c'è stato un rispetto massimo per la tragedia, forse non avrebbero dovuto correre la Moto GP, oppure avrebbero dovuto sospenderla non appena si fosse diffusa la notizia della morte..
Se..Ma..Forse..
Niente di tutto questo riporterà in vita il povero Shoya, né allevierà il dolore dei suoi familiari.
Sai, il rispetto è cosa nobile, non tutti lo posseggono..Una vita che se ne va è vero, ma per il baraccone dello spettacolo, lo show va avanti, forse più composto, ma sempre avanti va..
@ Giardigno65:
Già..il rispetto per lo sportivo c'è. sempre e comunque..ma forse scarseggia quello per la persona..Come vedi, the show must go on..
@ Gianni:
Io credo come ho già detto a Lucia, che queste situazioni portano a dover fare delle scelte in frazioni di secondo, e chi le prende sa che qualunque scelta faccia verrà comunque criticato.
Chi sceglie questi sport, sa a cosa va incontro, e il Dott. Costa ha detto una grande verità, questi "atleti" cosciamente o incosciamente parlano con la Signora di Nero vestita..
E' successo perché una striscia di erba sintetica era attaccata al cordolo, e quando Shoya c'è finito sopra, la ruota ha perso grip ed è scivolato.. Quella striscia di erba sintetica non ci doveva essere, e se fosse semplicemente caduto, se gli altri due non gli fossero piombati addosso..Shoya sarebbe ancora tra noi..Ma nella vita, troppi se non servono a nulla, la vita è altro, e lo abbiamo visto..
che tristezza però....
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