11.8.2018
È l’ultima volta che ci siamo sentite, a spanne più di un anno e mezzo fa.” Pensa Clotilde mentre scorre la chat del suo telefono.
“Toh, guarda: il 7.4 c’era questo promemoria sul mio telefono, mi ricordava che in quel giorno, di 3 anni fa, eravamo a cena alla pizzeria Stige e poco prima che arrivassero le pizze, Marco e Samantha ci dissero che a ottobre sarebbe nato Matteo... Quante cose sono cambiate in 3 anni...”, se lo ripeteva pensando a voce alta e scuotendo la testa rassegnata.
“Ormai Matteo sarà un ometto” diceva ancora tra sé e sé, “Avrà già raggiunto tanti traguardi e reso orgogliosi mamma e papà.”.
Aveva pensato tante volte di scrivere a Samantha, ma poi cosa? Cosa avrebbe potuto dirle? Così, ha sempre lasciato perdere, ha sempre pensato che se non lo aveva mai fatto anche lei in tutto questo tempo, forse non avevano più nulla da dirsi.
Clotilde pubblica spesso status su whatsapp e vede che nonostante i silenzi, Samantha visualizza tutti i suoi status: ci pensa spesso a questa cosa, perché anche se dice che non le interessa, in realtà la incuriosisce molto: “Mi chiedo tutte le volte cosa pensi, mi chiedo se ci ridi, con quella risata sonora e piena, così trascinante che ti ha sempre contraddistinta, o se piuttosto è una risata sardonica, se semplicemente ci ridi prendendomi magari anche in giro per le cavolate che pubblico...”, si chiede tutte le volte che il nome di Samantha è nell’elenco di chi visualizza le sue cavolate di whatsapp.
Anche in questo caso, quante volte Clotilde ha pensato di scriverle, ma poi ha sempre lasciato stare, perché alla fine, dopo tutto quel silenzio, si è sempre detta, “cosa abbiamo ancora da dirci?”
Mentre Clotilde si perde tra i suoi pensieri, si rende conto che questo virus, che sta sconquassando il mondo e che è partito da lontano ma è arrivato qua velocissimo, ci ha costretti a rivedere tutto. Ci ha fatto rivedere i nostri programmi, rivedere le nostre priorità. Ci ha chiusi in casa e ci ha costretto a riflettere, ed è proprio per merito di questa riflessione che sta ripensando a Samantha.
“Mi chiedo in continuazione perché siamo arrivati a questo, a smettere di sentirci. Perché abbiamo smesso di scriverci.
Perché abbiamo smesso di vederci.
Anni fa dicevamo che se avessimo avuto dei figli, ci sarebbe piaciuto crescerli insieme: abbiamo due maschi che potrebbero crescere come fratelli, eppure non sanno l’uno dell’esistenza dell’altro”, pensa mentre freneticamente passeggia su e giù per il soggiorno: “In un anno e mezzo sono cambiate tante cose” si dice stringendosi nelle spalle; “sarebbe stato bello se le avessimo cambiate insieme, ma non lo abbiamo fatto. Sto impazzendo, devo fare qualcosa!”, dice Clotilde ad alta voce all’improvviso. “Ho deciso: in tutti questi cambiamenti, devo cambiare anche io.”
Così, ecco che afferra il suo telefono e le sue dita battano veloci sul display, le parole fluiscono e si posano lì, nero su bianco, pronte a spezzare questo interminabile silenzio.
“Ciao Samantha, era l’11.8.2018 l’ultima volta che ci siamo sentite, a spanne più di un anno e mezzo fa. Il 7.4 un promemoria sul mio telefono, mi ricordava che in quel giorno, di 3 anni fa, eravamo a cena alla pizzeria Stige e poco prima che arrivassero le pizze, tu e Marco ci avete detto che ad ottobre sarebbe nato Matteo... In questi giorni ho pensato molto... Ho letto una riflessione nella quale mi ci sono rivista molto era di Michele Delai, ha usato delle parole che sembra le abbia tolte dalla mia mente. A un certo punto del suo scritto dice: - Amici di un tempo lontano, smarriti senza motivo che non fosse la poca cura, la superficialità. In queste sue parole io ho rivisto noi. Poi continua: - Scusa.
Come stai?
Ti voglio bene. -
Ti voglio bene. Quante volte ce lo siamo dette, eh Paola? Chissà se era vero. Chissà se è ancora vero. Tu vorresti che lo fosse? Io vorrei che lo fosse? La sua riflessione si concludeva così: - Ti abbraccio.
Sono stato stupido.
Grazie.
Non è un manuale di buona condotta per giorni disperati, è solo un’occasione unica per tornare simile a quello che avrei voluto essere -.
È solo un’occasione unica per tornare simile a quello che avrei voluto essere.
Il mio carattere lo conosci, è sempre quello, se vogliamo la vecchiaia lo sta solo peggiorando.
Però tutti hanno margine di miglioramento, se lo vogliono, no? Tu qualche infarinatura di psicologia ce l’hai: è così? Si può davvero migliorare?
Quindi niente, sono qui, mentre Leonardo riposa, e mi chiedevo: come stai? Come state?
Chissà se risponderai.
Ma se deciderai di non farlo, lo capiró. Prometto che almeno ci proverò a capirlo.
Sfrutto questa occasione, perché le persone a volte hanno bisogno di uno spunto, di un’occasione, di un motivo, io l’ho trovato qui, l’ho trovato oggi.
Buona Pasqua, anche se di buono, questo 2020 per ora ha poco, per ora non ha nulla, anzi.
Chissà se invece, da oggi, qualcosa di buono glielo troviamo...”. Clotilde invia il lungo messaggio, ed ora attende: ha fatto bene? Ha fatto male? Seguire il cuore difficilmente è un male, ma sarà il tempo a darle torto o ragione.