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martedì 11 settembre 2012

PER NON DIMENTICARE

Tiepido e incostante cultore degli dei, mentre,

tronfio di una folle dottrina, vado errando,

a voltare le vele sono costretto

e a riprendere la rotta abbandonata,

perché dio padre, che sempre fende

le nubi col fuoco dei lampi, ora nel cielo sereno

ha lanciato in volo col cocchio i cavalli tonanti,

e tremano il massiccio della terra,

i fiumi che scorrono, lo Stige,

l’orribile e odiato antro di Tènaro,

il confine di Atlante.

La divinità può mutare l’infimo in sommo,

avvilire chi è al vertice,

mettendo in luce ciò che è oscuro;

e la fortuna con acuto stridore

a forza strappa all’uno la tiara,

all’altro la dona.

- Orazio -

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